SOSTEGNO PSICOLOGICO RIVOLTO AI BAMBINI
“Il bambino non è un vaso da riempire ma un fuoco da accendere!”
Consulenza e terapia con i bambini dai due anni in su:
- paure protratte nel tempo che limitano il normale svolgimento delle attività quotidiane o delle relazioni, come ad esempio la paura di andare a scuola o la paura immotivata di perdere una persona cara;
- ansia eccessiva di fronte al giudizio di un adulto, preoccupazione di non essere all’altezza, ansia di separazione;
- incubi notturni, difficoltà ad addormentarsi;
- aggressività eccessiva verso i coetanei, i fratelli o gli adulti di riferimento;
- difficoltà a mantenere l’attenzione insieme ad agitazione motoria;
- problemi nell’apprendimento o il ritardo nell’acquisizione della lettura e/o del calcolo e/o della scrittura;
- difficoltà nella minzione come il fare la pipì a letto anche da grandicelli.
SOSTEGNO PSICOLOGICO PER ADOLESCENTI
I segnali di Disagio:
- Peggioramento dell’ Andamento Scolastico
- Incapacità di far fronte alle difficoltà quotidiane.
- Continue lamentele fisiche (mal di pancia, mal di testa, ecc)
- Duraturo umore negativo, spesso accompagnato da apatia e anedonia
- Incubi persistenti o alterazioni del ciclo sonno/veglia
- Minacce di fuga, violazioni di regole e opposizione all’autorità
- Scarso appetito, eccessiva preoccupazione per forma e peso corporeo
Conoscere e accogliere queste “grida d’aiuto” è essenziale per avvicinarsi a loro con rispetto ed apertura all’ ascolto.
Sfatiamo il mito che l’adolescenza è sempre il periodo migliore della vita
(DIRE – Notiziario Psicologico) Roma, 24 Feb. – Si vergognano da morire ma continuano a farlo. Sono tanti gli adolescenti “cutters” che si tagliano per poi nascondere le ferite sotto una felpa, una maglietta troppo lunga oppure un pantalone. Quelli che riescono a parlarne sono solo una punta di un iceberg. Lo sa bene l’Istituto di Ortofonologia ( IdO ), che per i suoi sportelli di ascolto psicologico in oltre 70 scuole di Roma e Provincia, ha accolto la richiesta di aiuto di 32 adolescenti. Il 70% sono ragazzine dai 12 ai 14 anni, che nella maggioranza dei casi scelgono di ferirsi le braccia con la lametta. Il 19%, uno su 5, riesce a smettere di tagliarsi, ma solo grazie al supporto degli psicoterapeuti esperti degli sportelli.
FERITE NELLA PELLE, DOLORE NELL’ ANIMA
Alla base di tutto c’è tanta solitudine e depressione: “Attaccano il corpo, si feriscono, si strappano i capelli, si grattano e introducono oggetti sotto le unghie. Braccia, gambe, addome diventano il ricettacolo delle loro preoccupazioni e delle loro sofferenze. Si sentono soli e la loro depressione si trasforma in rabbia.”